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Adeguata Verifica della Clientela per Professionisti

Adeguata Verifica della Clientela Professionisti

La normativa antiriciclaggio impone ai Professionisti (Commercialisti, Consulenti del Lavoro, Avvocati e Notai) l’adozione di idonee procedure antiriciclaggio per l’adempimento degli obblighi di adeguata verifica della clientela nello svolgimento della propria attività professionale in forma individuale, associata o societaria.

L’art. 16 del D.lgs. 231/2007, in particolare, specifica che i professionisti sono tenuti ad effettuare una adeguata verifica della clientela ogni qualvolta:

  • l’operazione sia di valore indeterminato o non determinabile (es: incarichi di revisione o di tenuta contabilità);
  • la prestazione professionale abbia ad oggetto mezzi di pagamento, beni o utilità di valore pari o superiore a € 15.000;
  • vengano eseguite prestazioni professionali occasionali, che comportino la trasmissione o la movimentazione di mezzi di pagamento di importo pari o superiore a € 15.000, indipendentemente dal fatto che siano effettuate con un’unica operazione o con più operazioni che appaiono tra di loro collegate o frazionate;
  • scatti il sospetto di attività di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo, indipendentemente da qualsiasi deroga, esenzione o soglia applicabile;
  • sorgano dubbi sulla veridicità o sull'adeguatezza dei dati precedentemente ottenuti ai fini dell'identificazione del cliente.

Quanto alle modalità di adempimento, l’art. 18 del D.lgs. 231/2007 chiarisce che per svolgere correttamente gli obblighi di adeguata verifica imposti dalla normativa antiriciclaggio i professionisti devono:

  • identificare il cliente e il titolare effettivo e verificarne l’identità sulla base di documenti, dati o informazioni ottenuti da una fonte affidabile e indipendente (es: visura camerale);
  • ottenere informazioni sullo scopo e sulla natura prevista della prestazione professionale;
  • svolgere un controllo costante nel corso della prestazione professionale.

Gli obblighi di adeguata verifica della clientela devono essere assolti dai professionisti adottando il cosiddetto “approccio basato sul rischio”, in virtù del quale gli adempimenti antiriciclaggio devono essere svolti in maniera proporzionale al livello di rischio rilevato tenuto conto della tipologia di cliente, della natura dell’operazione, delle transazioni economiche e delle caratteristiche della prestazione professionale richiesta.

L’art. 20 del D.lgs. 231/2007 elenca analiticamente i criteri generali che devono essere tenuti in considerazione dai professionisti per la valutazione del rischio antiriciclaggio e per la determinazione delle attività di approfondimento necessarie per adempiere correttamente agli obblighi di adeguata verifica della clientela.

La normativa antiriciclaggio pone, infatti, in capo ai professionisti l’onere di dimostrare alle Autorità Competenti che la portata delle misure antiriciclaggio adottate è stata proporzionale all’entità del rischio di riciclaggio rilevato.

Nel caso in cui i professionisti non siano in grado di rispettare gli obblighi di adeguata verifica della clientela o qualora nel corso della prestazione professionale rilevino fattispecie potenzialmente riconducibili ad attività di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, saranno tenuti a rispettare l’obbligo di astensione previsto dall’art. 23 del D.lgs. 231/2007, che vieta di accettare nuovi incarichi e impone di porre fine alle prestazioni già in essere con valutazione discrezionale sulla necessità di effettuare o meno una segnalazione di operazione sospetta alla UIF.

Si evidenzia, infine, che la mancata adozione di idonei sistemi e procedure per il rispetto degli obblighi antiriciclaggio di adeguata verifica della clientela, può comportare per i professionisti il rischio di incorrere in gravose sanzioni di natura penale.

 

Dr. Eric Falzone – Law Compliance Advisor – Partner EUCS

Avv. Marcello Baldo – Law Compliance Advisor – Consulente EUCS